Istantanea Pier Vittorio Buffa

Se questo è un cancro

"I giudici e i pm politicizzati sono una metastasi della democrazia" (Silvio Berlusconi - Roma, 8 maggio 2011)

Emilio Alessandrini (1942-1979) |  Mario Amato (1937-1980) | Fedele Calvosa (1919-1978) | Francesco Coco (1908-1976) | Guido Galli (1932-1980) | Nicola Giacumbi (1928-1980) | Girolamo Minervini (1919-1980) | Vittorio Occorsio (1919-1976) | Riccardo Palma (1915-1978)  | Girolamo Tartaglione (1911-1978)

Geronimo E-KIA

1_61_geronimoDue brevi osservazioni sull'uccisione di Osama Bin Laden.

Ucciderlo o no. In un mondo giusto e perfetto il responsabile del crimine anche più efferato dovrebbe essere arrestato, processato ed eventualmente condannato alla pena prevista, foss'anche la morte (che non è, secondo me, una pena giusta in un un mondo giusto). In un mondo giusto anche Hitler, per fare l'esempio più macroscopico, andava arrestato e processato. Ma il mondo cercato da Hitler e Bin Laden non è un mondo giusto, è un mondo di odio, guerra e morte. Il problema, quindi, non si pone.

Geronimo. Quando hanno ucciso Bin Laden i Seals hanno lanciato nell'etere il messaggio in codice "Geronimo E-KIA", Geronimo, enemy killed in action, nemico ucciso in azione. Ma il parallelo tra il grande capo indiano, fiero avversario dei bianchi invasori, e Osama Bin Laden a molti è sembrato proprio fuori luogo. E lo è.

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Per non farci prendere in giro

Penso sia doveroso dare la massima diffusione a questo video

Non capita spesso ascoltare il capo del governo di una democrazia occidentale dichiarare che ha fatto approvare una legge pensandola in modo opposto. E che l'ha fatta approvare solo per evitare che i cittadini si pronuncino. E' un comportamento così grave che non servono aggettivi per qualificarlo.
Per questo il prossimo 12 e 13 giugno andrò a votare SI ai referendum che sopravviveranno. E farò in modo di convincere più persone possibile a fare altrettanto.
Se non ci faranno votare sul nucleare il nostro SI varrà per il legittimo impedimento, per l'acqua... e anche per il nucleare.
No, una leggina approvata da un parlamento di "nominati" non deve prendere in giro milioni di persone. Proprio no.

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Da leggere riga per riga

"Figlio mio non dimenticare, ma senza odio".
Lo ha scritto Eugenio Occorsio, giornalista e figlio del magistrato ucciso da Pierluigi Concutelli nel 1976, al figlio ventitreenne che porta il nome del nonno, Vittorio.
Lo ha scritto in un articolo pubblicato da Repubblica in prima pagina che è da leggere riga per riga.
C'è il dolore lancinante e mai sopito.
La rabbia controllata dalla ragione e dall'equilibrio.
Il rispetto verso la vita che solo un'esistenza tagliata a metà da una raffica di mitra può dare con tanta forza e pienezza.
L'amarezza per il bisogno mai soddisfatto di un pentimento dell'assassino.
Lo sforzo di capire le espressioni "improvvide e insensate" di un ragazzo che quel dolore ha sicuramente visto infinite volte addosso a suo padre.
C'è, infine, un atto di fiducia nei confronti dello Stato e di chi lo rappresenta.
Per tutto questo quello di Eugenio Occorsio è un articolo che va letto riga per riga.

Una buona notizia da palazzo Chigi

Una buona notizia da palazzo Chigi: si fermano i progetti per la costruzione di centrali nucleari nel nostro paese.

E' una buona notizia per chi ha sempre pensato che le centrali nucleari siano la scorciatoia più pericolosa per procurarsi energia.

E' una buona notizia per chi sostiene il governo attualmente in carica. Il referendum previsto per giugno dovrebbe sparire e con lui la concreta eventualità di una sconfitta.

E' una buona notizia per chi vuole che questo governo e il suo presidente lascino la guida del paese. La contraddizione tra quanto dichiarato ad alta voce durante la campagna elettorale è talmente stridente da essere un palese autogol.

Qualche intervento del presidente del Consiglio in merito

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Caratteri sempre più piccoli

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"Si pubblicano libri con caratteri sempre più piccoli. Immagino la fine della letteratura: a poco a poco, senza che nessuno se ne accorga, i caratteri rimpiccioliranno fino a diventare completamente invisibili" (Milan Kundera)

Dal libro Preferisco leggere, di Patrizia Traverso, presentato ieri sera alla Festa del Libro di Roma.

Un racconto fatto di fotografie (persone che leggono, libri...) e di citazioni. Un piccolo gioiello che aiuta a pensare e riflettere.

All'Aquila due anni dopo

blogL'inchiesta fatta dal quotidiano abruzzese Il Centro non ha bisogno di commenti. Cliccate sulla foto e guardate la galleria di sessanta immagini. Documentano al di là di ogni dubbio come stiano andando davvero le cose nell'aquilano. Danno la prova tangibile della lentezza, se non dell'immobilismo, con cui procede quella che dovrebbe essere una ricostruzione per far tornare ciascuno nelle propria città, nel proprio paese. E dopo le bugie che abbiamo visto e ascoltato nei giorni scorsi leggiamo quello che scrive Giustino Parisse, il giornalista del Centro che il 6 aprile del 2009 ha perso i suoi due figli.

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Ventidue minuti per capire

tg1

Ciascuno può valutare come vuole quello che è successo ieri dentro e fuori Montecitorio. Ma sicuramente non lo si può ignorare. E infatti non lo ignorano le prime pagine e i siti internet dei quotidiani, compresi Il Giornale, Il Foglio, Libero.
Non lo ignora nemmeno il Tg1 di ieri sera, 30 marzo. Ma il servizio bisogna andarselo a cercare. Assente dai titoli di testa arriva al minuto 22. Ignorato no, ma sapientemente nascosto. E' vero, non c'è nulla di cui meravigliarsi, però ogni tanto fa bene ricordare che il telegiornale linkato da questa pagina è seguito da più di cinque milioni di italiani, quasi un quarto di quelli sono alla televisione in quel momento. E per molti di loro è la principale, se non unica, fonte di informazione. Quindi, per capire, potrebbe non essere tempo perso arrivare al minuto 22. Arrivateci, per favore

Rabbrividire

Quello che è successo l'altra sera alla trasmissione di Rita Dalla Chiesa fa rabbrividire.
Una finta terremotata descrive la notte del terremoto, una paura mai in realtà provata, problemi mai avuti e alla fine ringrazia, con inchino, il presidente ("il governo", corregge la conduttrice) per tutto quello che ha fatto eccetera eccetera.
Fa rabbrividire perché è un oltraggio a chi quella notte è morto, ha perso i propri cari, la propria casa.
Fa rabbrividire perché l'uso di figuranti per adulare il governo è un segno di enorme degrado civile e politico. E l'aver utilizzato una vicenda così drammatica ne costituisce una macabra aggravante.
Fa rabbrividire perché c'è qualcuno che ha scritto questo copione e che continuerà a fare il proprio mestiere.
E siccome non voglio proprio credere che una cosa del genere sia stata ordinata dall'alto (cioè in ultima istanza dal "presidente") sarebbe una bella cosa, per tutti coloro che il 6 aprile 2009 hanno davvero sofferto e continuano a soffrire, che chi ha pensato e messo in onda questa sconcezza venga rimosso. Subito.

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Sette libri e sette fotografie

Oggi, centocinquantesimo compleanno della nostra Italia, ho parlato più volte con Laura Grandi e Stefano Tettamanti, miei amici e agenti letterari di professione. Abbiamo cercato, in poche ore, di mettere insieme sette libri e sette fotografie per raccontare e capire il secolo e mezzo di storia del nostro paese. Non alla ricerca di capolavori ma di qualcosa che ha aiutato, e aiuta noi, a conoscerci. Tanti libri e tante fotografie sono rimasti fuori da questa piccola rassegna. Ma sette era il numero che ci eravamo detti essere invalicabile. Per iniziare, con chi vuole, questa ricerca.

Federico De Roberto - I Viceré (1894)

Emilio Lussu - Un anno sull'altipiano (1937)

Mario Rigoni Stern - Le stagioni di Giacomo (1995)

Carlo Emilio Gadda - Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1957)

Beppe Fenoglio - Una questione privata (1963)

Corrado Stajano - Un eroe borghese (1961)

Roberto Saviano - Gomorra (2006)

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1936 - Il re d'Italia diventa imperatore d''Etiopia

Roma 1960. L'etiope Abebe Bikila vince la maratona olimpica e passa per primo sotto l'arco di Costantino

palazzo-venezia-10-giugno-1940

10 giugno 1940 - Benito Mussolini annuncia che l'Italia ha dichiarato guerra a Gran Bretagna e Francia

auguri 2010 anpi

1943-1945. Partigiani

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1964. Viene inaugurata l'autostrada del Sole

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Roma, 18 novembre 2003. All'altare della patria le bare dei militari italiani uccisi a Nassirya

berlusconi

2011. Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio della Repubblica italiana in carica

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Non dire no

Non bisogna dire no a scatola chiusa alla riforma della giustizia presentata dal governo. Anche se la tentazione di sottoscrivere la posizione di Massimo D'Alema (prima Berlusconi si dimetta, poi si potrà discutere di giustizia) è molto forte.

Bisogna entrare nel merito, ciascuno di noi e ciascuna parte politica, per dire e dirci se e come dovrebbe cambiare la giustizia secondo noi. (La Bicamerale del 1997 - presieduta da D'Alema - aveva approvato un testo che naufragò insieme a tutto il lavoro della Commissione quando Berlusconi "rovesciò il tavolo" e che per chi è interessato potrebbe costituire un'interessante lettura).

Tre punti su cui discutere.

Giudici e pubblici ministeri. Giusto eliminare l'eccessiva contiguità, giusto differenziare in modo netto le due carriere. Ma il pm non può diventare un funzionario trasferibile che esercita l'azione penale secondo le direttive del Parlamento e, quindi, della maggioranza di governo. Se non si salva questo principio salta la separazione netta tra i poteri e ci si incammina verso una china molto pericolosa. Il punto di equilibrio che venne raggiunto in Bicamerale (articoli 117-128) e sottoscritto, allora, anche da Forza Italia (l'unica relazione di minoranza fu quella di Rifondazione comunista) è un'ottima base di discussione. Anche perché, tra le altre cose, prevedeva che tutti i magistrati, all'inizio della carriera, dovessero essere giudici per tre anni. Questo al fine di acquisire quella che allora veniva chiamata "cultura giurisdizionale", patrimonio indispensabile di chi è chiamato, anche come pubblico ministero, a incidere sulla libertà personale dei cittadini.

Responsabilità personale. Se il giudice, o il pm, commette reati nell'esercizio delle proprie funzioni è già perseguibile. Nel progetto del governo si parla di responsabilità civile dei magistrati al pari degli altri funzionari dello Stato. Facile essere d'accordo: che il giudice paghi come il medico. Ma ciascuno immagini per un momento di essere un giudice che, in base al proprio libero convincimento, deve decidere se una persona è un assassino o no, un ladro o no. Peserebbe o meno sulla formazione del proprio libero convincimento dover pagare di tasca propria? Quanto? Non sarebbe più giusto che gli errori invece che sul patrimonio incidessero solo sulla carriera lasciando allo Stato il compito di ripagare i cittadini vittime di ingiustizie?

Disciplina. Corretto prevedere che non sia l'organo di autogoverno della magistratura, il Csm, a prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati. L'aveva previsto la Bicamerale, lo prevede in una forma decisamente più accentuata la riforma presentata dal governo.

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Sono una palla al piede

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Ha detto il presidente del Consiglio: "Noi abbiamo questa palla al piede della sinistra una sinistra che si inventa di tutto, adesso anche un mio attacco alle istituzioni, mentre è falso, sono io che subisco attacchi senza soluzione di continuità da 17 anni".
Il problema è che la palla non è una sola. Sono milioni le palle al piede del presidente del Consiglio italiano. Ma sono palle che stanno cercando di sfidare la legge di gravità. Palle al piede che non bloccano a terra ma che dovrebbero far tornare a volare la speranza e far vedere il futuro. E, come la canzone di Vecchioni e il verbo inculcare, sono palle che dividono. C'è chi è una palla al piede del presidente del Consiglio e chi no.
Io sono una palla al piede.

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