Ventiduemila morti in cerca di giustizia

cover-libro-stragi-697x1024Sta per diventare pubblico l'Atlante delle stragi naziste e fasciste. Un gran lavoro portato avanti da un gruppo di studiosi, firmato dall'Anpi e dall'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (Insmli) e finanziato dal "fondo italo-tedesco per il futuro". Si tratta del primo e completo database sui crimini commessi da nazisti e fascisti durante i 21 mesi della guerra in Italia, dal luglio del 1943 all'inizio del maggio 1945.

Il risultato e' scioccante perché va oltre ogni stima fatta finora. Gli studiosi, escludendo i morti durante i combattimenti, hanno contato 5.300 episodi che hanno provocato la morte di 22.000 persone. Tutte indicate con nome e cognome. E accanto al loro, dov'è stato possibile, c'è il nome dei carnefici identificati.

Ventiduemila persone: civili, donne, bambini, vecchi. La più grande tragedia che ha travolto la popolazione civile italiana, come non si stancava di ripetere Franco Giustolisi, l'autore dell'Armadio della vergogna.

Tragedia nascosta per decenni dall'oblio e, soprattutto, com'è ormai dimostrato, dall'opportunismo politico.

I processi celebrati negli ultimi 15 anni e che hanno portato a decine di condanne all'ergastolo hanno cercato di dare giustizia alle vittime di allora e ai sopravvissuti. Ma la mancata esecuzione delle condanne è suonata e suona come un'ulteriore beffa.

Questo Atlante si presenta come un altro, diverso tentativo di fare giustizia. Non con le carte processuali, ma con la ricerca storica, stabilendo fatti, protagonisti, correlazioni. Un tipo di giustizia che non si può considerare soddisfacente ma che ha la sua importanza. Potrebbe riuscire a togliere ogni singola vittima dal proprio isolamento. Potrebbe ricondurre la sorte di ciascuno a un comune e tragico destino.

E' però obbligatorio porsi una domanda.

I processi non sono stati fatti nel secolo scorso perché le carte erano state nascoste. Per un atlante come quello che sta per diventare pubblico non servivano fascicoli processuali. Perché si è aspettato tanto?

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