L'Espresso di questa settimana dedica la sua copertina e il servizio di apertura a un'inchiesta molto particolare di Fabrizio Gatti. Il giornalista, autore di molti lavori diretti e forti come questo, dimostra come sia facile, anzi, facilissimo, entrare in un aeroporto a pochi minuti di volo dall'Expo, salire su un aereo incustodito, decollare e lanciarsi sui padiglioni che stanno per essere inaugurati.
Catastrofismo? Scandalismo? Provocazione gratuita?
No, solo buon giornalismo. Giornalismo che individua i problemi, li studia, ne verifica meticolosamente ogni sfaccettatura e sottopone i risultati all'opinione pubblica e a chi deve trovare soluzioni.
Forse se a un giornalista fosse venuto in mente di fare un lavoro simile al tribunale di Milano ci si sarebbe accorti per tempo delle terribili falle della sicurezza. E questo solo per citare uno degli esempi più recenti.
In una comunità sana e dinamica adesso dovrebbe scattare una reazione immediata a quello che L'Espresso e Gatti hanno denunciato. La messa in sicurezza dell'aeroporto di Bresso e una verifica approfondita su tutto quello che può mettere in pericolo l'evento planetario che sta per iniziare alle porte di Milano.
In tutto questo, però, c'è una cosa che indigna e mette paura. Com'è possibile che controllare la sicurezza degli aeroporti venga in mente a un giornale e non a chi alla sicurezza dovrebbe provvedere?
Qui un'anticipazione dell'inchiesta pubblicata sull'Espreso in edicola