In questi ultimi anni mi sono sorpreso non so quante volte a dire a me stesso e a sostenere in pubblico: grazie al cielo l’hanno fatta proprio bene questa nostra Costituzione…
E ho sempre pensato, dicendo questo, alla impalcatura generale, direi allo scheletro della Carta.
E’ uno scheletro di grande robustezza, costruito con sapienza da studiosi usciti da una dittatura e che sapevano di essere alla vigilia di profondi cambiamenti sociali e politici.
Dobbiamo soprattutto a questo scheletro se la nostra democrazia è ancora in piedi. Se gli attacchi ai corretti rapporti tra poteri dello Stato sono stati respinti. Se un capo dello Stato ha potuto interpretare in modo così incisivo il suo ruolo di punto di equilibrio e garanzia dell’intero sistema.
Ed è per questo che, personalmente, non ho mai percepito l’esistenza di una Seconda Repubblica. Siamo sempre nella prima, unica, Repubblica nata il 2 giugno 1946.
La Seconda deve arrivare al più presto. Il vecchio scheletro, seppur robusto, scricchiola.
Il problema è che bisognerebbe essere capaci di costruirne uno altrettanto resistente e di maggiore elasticità: non è cosa che si fa nei ritagli di tempo o con costituzionalisti improvvisati.
Fino a quel momento è bene tenerci stretta questa nostra vecchia ma santa Costituzione.