Due ore di dibattito davanti a un pubblico attento. Il 25 ottobre l’appuntamento per discutere di Non volevo morire così era alla Casa della Memoria di Roma, in via San Francesco di Sales. L’evento era stato organizzato dalla Fiap (Federazione italiana associazioni partigiane) con tre relatori: la storica e scrittrice Antonella Braga, il garante per i detenuti della Toscana Franco Corleone, lo storico e presidente del Movimento federalista-Lazio Francesco Gui. A moderare è stato lo stesso presidente della Fiap Lazio Italo Pattarini.
La prima a prendere la parola è stata Antonella Braga. “Il libro di Buffa”, ha detto, “ridà voce e dignità umana a ombre calpestate dalla furia della storia”. Qui il testo integrale del suo intervento.
Franco Corleone si è soffermato soprattutto sulle questioni legate al carcere e alla espiazione della pena sollevate dal libro partendo dalla citazione di un importante fascicolo del Ponte del 1949 dedicato a “Carceri: esperienze e documenti”.
Francesco Gui ha, tra l’altro, ricostruito la genesi stessa dell’idea di Europa e il percorso politico e intellettuale che ha portato alla redazione del Manifesto di Ventotene di Colorni, Rossi, Spinelli. Si è anche soffermato sulla figura dell’ultimo direttore del confino di Ventotene, Marcello Guida. “Nel giudicare la sua figura sarei forse più cauto, non bisogna dimenticare, per esempio, che Eugenio Colorni, quando a Roma venne ferito, chiese subito di avvertire il commissario Guida”.
Pier Vittorio Buffa ha raccontato come è nato il libro, gli spunti iniziale, il sistema di ricerca, la decisione di raccontare sia l’ergastolo che il confino. Numerose alla fine le domande del pubblico.
GLI INTERVENTI
Antonella Braga:
Franco Corleone:
Francesco Gui:
Pier Vittorio Buffa: