Un museo del fascismo a Roma come proposto da tre consiglieri comunali dei Cinque Stelle? Un museo del fascismo per “raccontare tutti gli aspetti del regime fascista in maniera esplicativa”? No, non se ne sente proprio il bisogno. Non vorremmo vedere qualche foto di Benito Mussolini a torso nudo mentre miete il grano. O qualche moderno strumento multimediale con i discorsi del Duce e le piazze piene di italiani. No, proprio no. Perché, caso mai, è di un’altra cosa che si sente davvero bisogno.
Si sente il bisogno di un qualcosa che in modo netto e inequivocabile racconti agli italiani di oggi e di domani cosa è stato il fascismo. Anzi, per essere più precisi, cosa è stato il nazifascismo in modo che non cada nell’oblio la lunga e sanguinosa esperienza della Repubblica sociale italiana.
Lo si potrebbe chiamare il “Memoriale delle vittime del nazifascismo”. Un luogo fisico che abbia un forte impatto simbolico (penso al Museo della Pace di Hiroshima o allo Yad Vashem di Gerusalemme) e che sia luogo di racconto e di studio. Una specie di grande luogo della Memoria in cui ritrovare tutti coloro che in quegli anni bui sono stati uccisi, torturati, oppressi, privati della libertà e dei diritti fondamentali dell’uomo.
Ci dovrebbero essere tutti, proprio tutti. I libici deportati. Gli etiopi uccisi dai gas. I greci e gli slavi vittime dei crimini commessi da reparti militari italiani. Gli antifascisti bastonati, imprigionati, assassinati. Gli ebrei colpiti dalle leggi razziali e quelli deportati e morti nei campi di concentramento. Le migliaia e migliaia di vittime delle stragi di civili compiute dai nazifascisti tra il 1943 e il 1945. E poi tutte le donne e gli uomini che per colpa di quei regimi hanno sofferto.
Un grande spazio del Memoriale dovrebbe poi essere una sorta di guida a tutti i luoghi della Memoria sparsi nel nostro paese. Da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzema, da via Tasso alle Fosse Ardeatine, al Binario 21… una grande e completa mappa dell’Italia che ha subito gli orrori del nazifascismo.
Un Memoriale così sarebbe un importante lascito per le generazioni future e, insieme, la parola definitiva scritta da un popolo su un pezzo della propria storia.
Non un Museo del fascismo dunque ma un Memoriale per non dimenticare mai cosa quel regime ha prodotto.