Ha il fascino e la forza delle grandi sfide l'idea del regista Alejandro Gonzalez Iñárritu di esporre il barcone della morte a Milano, in piazza Duomo.
Il fascino perché è un'idea che spiazza e sorprende ma allo stesso tempo ti fa dire: ma certo, è la cosa più ovvia e giusta.
La forza perché vuole inserire nella vita di tutti i giorni di una grande città il segno tangibile del dolore e della sofferenza di migliaia e migliaia di uomini, donne, bambini.
Sarà difficile, passando accanto a questo scafo blu, nel quale sono morte 700 persone, voltarsi dall'altra parte e dire: no, non mi riguarda.
Sarà difficile, molto difficile guardarlo con attenzione e dire: no, non li voglio, che restino a casa loro.
Sarà difficile, molto, molto difficile non chiedersi: come si può evitare che sempre più barconi come questo finiscano in fondo al mare?
Per questo c'è da sperare che l'idea del regista messicano con quattro Oscar venga davvero realizzata in piazza Duomo a Milano. E c'è da augurarsi anche molto di più. Che il barcone non venga poi chiuso in un hangar ma inizi un lento girovagare che lo porti nelle grandi città italiane. A cominciare da Roma.