Questa settimana L'Espresso dedica la copertina a una storia sconcertante, venuta alla luce dopo una lunga e meticolosa indagine della Guardia di Finanza e raccontata da Paolo Biondani. Più di 13.000 italiani avrebbero trasferito all'estero più di 14 miliardi di euro, attraverso società controllate dal gruppo Credit Suisse, un colosso bancario con 45.000 dipendenti. Il tutto in modo organizzato sin nei minimi dettagli dalla banca, tanto che il giornale titola il servizio "Manuale del perfetto evasore". I finanzieri hanno messo a nudo i meccanismi di questa maxi-evasione e trovato istruzioni dettagliate su come si devono comportare i funzionari della banca per eludere i controlli delle autorità italiane.
Ne esce il ritratto di un paese, l'Italia, terra di conquista di banchieri spregiudicati. I funzionari del Credit Suisse hanno istruzioni per muoversi nel nostro paese, alla ricerca di fondi da portare all'estero, come fossero in territorio nemico: cambiano albergo ogni tre giorni, non comunicano con la banca, usano mail criptate, non possono avere nel portafoglio nemmeno un biglietto da visita che faccia riferimento alla banca...
Insomma, se tutto questo verrà provato dall'inchiesta giudiziaria aperta dalla procura di Milano ci troveremmo di fronte a un piano criminoso architettato da una banca estera e messo in atto con la complicità di 13.000 nostri concittadini. C'è da augurarsi che, in caso di esito positivo dell'inchiesta, il tutto non venga liquidato come un normale caso di evasione fiscale ma che suggerisca provvedimenti eccezionali. Uno su tutti: impedire alla "banca in oggetto", che ha succursali a Roma, Firenze, Milano, Parma, Brescia e
Padova, di operare in Italia.