Sabato 9 aprile, a Civitanova Marche, è stata scoperta una targa in ricordo di Edmondo Brunellini e sono stato invitato a parlare di lui. Lo conobbi nel 2005 quando gli chiesi di raccontarmi la storia della bandiera del 2° reggimento bersaglieri divisa in pezzi e in strisce per non farla cadere in mano ai tedeschi e poi ricomposta dopo la guerra. Mi raccontò tutto nel dettaglio, una storia unica e affascinante che scrissi, sotto il titolo “Strisce di bandiera”, nel mio blog Istantanea e che si può leggere qui.
Ad ascoltarla, sabato 9, c’erano, oltre alle autorità e alla fanfara dei bersaglieri di Ascoli Piceno, anche tanti ragazzi ed è soprattutto a loro che mi sono rivolto raccontando le peripezie di quel lembo di bandiera che Brunellini riportò in Italia dalla prigionia. Così come fecero altri ufficiali con altre strisce del drappo, con l’asta e il con puntale. Una storia di semplice coraggio e, se si va a vedere bene, anche di pace e di solidarietà. Le bandiere io le ho sempre immaginate non come simboli di guerra o stoffe da sventolare sui campi di gara, ma come simboli di fratellanza, di pace, appunto. E quel giorno che mi raccontò del verde della bandiera che portò in salvo, il bersagliere Edmondo Brunellini mi parlò soprattutto dei suoi compagni morti: non me lo disse, ma sono sicuro per quel po’ che l’ho conosciuto, che salvò la sua bandiera soprattutto per loro.
Qui la cronaca della cerimonia