Ci sono cose, fossero anche piccole e dal valore simbolico, che vorrei non accadessero nel mio paese.
Una di queste è accaduta a Roma. E non è né piccola né solo simbolica.
Riguarda Alessandra Mezzetti, una mamma che si vede recapitare un conto di 700 euro da Sicurezza e ambiente, la società che, come è spiegato sul suo sito, pulisce le strade dopo gli incidenti.
Il figlio di Alessandra Mezzetti, Valerio Leprini , è morto in scooter tre anni fa, è andato a sbattere contro un palo della luce che non doveva esserci. Proprio per questo, per la sua morte, sono sotto processo per omicidio colposo tre vigili urbani e un dirigente comunale.
I 700 euro sarebbero serviti, ha spiegato la società, a lavare il sangue del ragazzo rimasto sull’asfalto.
Chi è l’uomo, o la donna, che ha avuto il coraggio, la sbadataggine, la stupidità, l’ignoranza, la crudeltà di chiedere un tale rimborso?
Può una società che gode di appalti pubblici essere responsabile di simili inciviltà?
Forse una cosa del genere non è un reato e nessuno verrà perseguito. Ma ci sono azioni che sono peggiori dei reati sanciti nei codici.