L'ultimo post del 2017 lo voglio dedicare a due uomini che non ci sono più, Gianni Mineo e Giuseppe Rosadi. Due uomini giusti e coraggiosi, due partigiani che per salvare la vita a più di 200 ostaggi misero a serio rischio la propria. La loro storia è sintetizzata qui da Santino Gallorini, lo scrittore che l'ha ricostruita in un libro tutto da leggere, Vite in cambio. Non c'è bisogno di aggiungere altro per capire quel che successe in quel giugno del 1944. La determinazione e il coraggio di Mineo e Rosadi fermarono una strage che sarebbe stata tra le più sanguinose di quel terribile anno.
Voglio dedicare questo post a Mineo e Rosadi perché la loro storia è stata portata all'attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dallo stesso Santino Gallorini che ha chiesto per i due uomini un riconoscimento, un atto dello Stato italiano che sottolineasse il loro eroismo. Il capo dello Stato ha letto, ha scritto di suo pugno a Gallorini, lo ha ringraziato di avergli fatto conoscere la figura del partigiano Mineo e gli ha garantito che si sarebbe occupato della cosa. Da quel biglietto spedito dal Quirinale sono passati due anni, alcuni passi sono stati fatti ma, finora, nulla è successo. Dice Gallorini: "L’incredibile burocrazia italiana non ha permesso al Presidente di mantenere una sua promessa. Tutto è arenato tra Ministero della Difesa e Presidenza del Consiglio". E precisa: "A me e ai familiari dei due partigiani non interessa ottenere una onorificenza al valor militare o al valor civile, l’importante è che la Repubblica Italiana dica ufficialmente 'grazie' a Gianni Mineo e a Giuseppe Rosadi".
Ecco, nel momento in cui sta per iniziare un anno in cui sarà dovere di tutti noi difendere ancora di più il valore della memoria per costruire un solido futuro, mi sembra giusto ricordare questa piccola grande storia. E chiedere al presidente della Repubblica di sottolineare, con il riconoscimento promesso, la sua importanza nel patrimonio di valori della nostra comunità.
Buon 2018.