Scrivo da Varese, dove sto partecipando a Glocalnews 2012, il festival organizzato da Varesenews per il suo quindicesimo compleanno. Giornalisti, operatori dell’informazione, blogger, docenti, esperti discutono di una infinità di temi soprattutto legati al giornalismo, in particolare quello locale, e all’impatto con la rete.
E’ un impatto devastante e vitale.
Devastante perchè ha messo, mette e metterà in discussione la stessa anima di una professione di così importante e delicata rilevanza sociale.
Vitale perchè ha allargato, allarga e allargherà sempre di più le opportunità che ha un buon giornalista di fare buona informazione.
Questa vitalità potrà però dispiegarsi pienamente solo se si verificano un paio di condizioni.
La prima è che i giornalisti, tutti, facciano un grande sforzo per immergersi nell’ambiente della rete, un luogo dove sempre di più si vive, si discute, si fanno circolare informazioni. Un luogo che un operatore dell’informazione non può non frequentare.
La seconda è la capacità dei giornalisti di capire fino in fondo che non sono più gli esclusivi detentori delle notizie, non sono più gli unici “internediari” tra le notizie (o le loro fonti) e i lettori. Il loro ruolo non viene meno, ma cambia profondamente, diventa addirittura più rilevante perchè aumenta a dismisura la quantità di notizie da filtrare.
Due condizioni semplici da illustrare e facilmente condivisibili. Ma che è difficile, molto difficile, far diventare prassi di lavoro.
Ma dovranno diventarlo per la stessa sopravvivenza del buon giornalismo.