Qualche giorno fa mi sono messo a sfogliare le fotografie scattate da quando ho ripreso a viaggiare con una reflex al collo, cioè vent’anni fa. Ogni viaggio ha, per me, una o più immagini simbolo, scatti che mi riportano immediatamente all’emozione di quel momento, a un odore, a un suono. Così, ho pensato di condividerne qualcuno. Ma lentamente, magari una o due volte alla settimana, per ritrovare l’attimo del clic e far provare a chi vorrà un pizzico di voglia di andare là. Insomma, un modo come un altro per augurarci di tornare a muoverci serenamente di paese in paese, di città in città, di mare in mare. O anche soltanto “di foto in foto”. Che poi è il titolo che ho dato a questa piccola ricerca.
“di foto in foto” inizia a Socotra l’isola yemenita che è la sentinella del golfo di Aden. Ci sono stato nel 2005 e gli occhi di quest’uomo mi seguono da allora. Siamo non lontani da Hadibu, la capitale di questa isola staccatasi chissà quando dal Corno d’Africa. L’uomo era sulla piazza polverosa di un piccolo gruppo di case, lo salutai con un cenno della mano, gli dissi da dove venivo e chiesi il permesso di fargli una foto. Non si mise in posa perché quella rimasta impressa sulla pellicola, cioè sul sensore, è l’espressione che ha avuto per tutto il tempo, cinque minuti in tutto, in cui siamo stati insieme. Di sé non mi ha detto nulla, annuiva però con la testa quando l’interprete gli traduceva le mie parole sull’Italia e sulla bellezza della sua isola. Un’isola dove più di un terzo delle piante che vi prosperano sono uniche al mondo, prima fra tutte quella da cui si estrae il “sangue di drago” una resina rossa un tempo usata anche in medicina. Oggi, per via della guerra, Socotra è praticamente irraggiungibile.