Il recupero del vecchio carcere dell'isola di Santo Stefano (nella foto) può partire. Si possono iniziare a spendere i 70 milioni che arrivano da Bruxelles (fondi per lo sviluppo e la coesione) e che il governo ha destinato all'isoletta ponziana. Obiettivo: farla diventare un luogo dove si conserva e coltiva la memoria e un luogo dove si studia.
A Santo Stefano sono stati rinchiusi migliaia di ergastolani, ma anche padri della patria come Sandro Pertini e Umberto Terracini. A un miglio di distanza, a Ventotene, nel 1941, germinò l'idea di Europa. La misero per iscritto Altiero Spinelli (che nel cimitero dell'isola è sepolto), Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. E sempre a Ventotene, confinati dal fascismo, studiarono e fecero politica uomini e donne che poi scrissero la nostra Costituzione.
Giusto quindi aver individuato il piccolo arcipelago per curare e sviluppare le radici della nostra comunità. Giusto aver intercettato uno stanziamento comunitario e averlo destinato a un'operazione di questo tipo. Anche perché sono soldi che, in caso contrario, probabilmente non sarebbero mai arrivati nel nostro paese.
Adesso si tratta di vedere come verranno spesi. Se verranno dispersi in mille rivoli o se ci sarà la capacità di costruire un progetto semplice, ma efficace. Immagino un'isola in cui si possa andare a studiare politica e dove le idee sul futuro dell'Europa possano essere messe a confronto. E anche un'isola dove il passato di sofferenze e segregazione venga accuratamente ricostruito perché il futuro non lo ce lo possa riproporre.
Cose inutili? Soldi buttati dalla finestra? Sicuramente c'è chi la pensa così e ha già messo questa iniziativa tra quelle capaci solo di dilapidare risorse pubbliche. Sta al governo realizzare presto e bene questo progetto e, contemporaneamente, far bene e presto tutto il resto. Per ora, però, un cauto e sommesso applauso penso lo abbia meritato.