Il disegno di legge che inserisce nel nostro ordinamento il reato di tortura dovrebbe essere uno di quelli che superano speditamente l'esame parlamentare e diventano subito legge dello Stato.
Perché punire chi abusa del proprio potere per commettere violenze non dovrebbe essere di destra o di sinistra. Non dovrebbe dividere cittadini e politici tra chi sta con la polizia o contro la polizia. Punire chi abusa del proprio potere per torturare un essere umano va punito. Punto e basta. E' un imperativo al quale nessuna società civile può sottrarsi.
Per questo il rinvio a non si sa quando del disegno di legge in discussione al Senato lascia attoniti.
Lascia attoniti la posizione del ministro dell'Interno (cosa vorrebbe Alfano, che la polizia possa picchiare e torturare?).
Lascia attoniti la non compattezza e decisione del Partito democratico nel chiedere l'approvazione in tempi rapidi.
Lascia attoniti che dopo le torture del passato e del presente e dopo i giovani morti tra le mani di poliziotti ci sia ancora qualcuno che abbia dei dubbi.
Lascia, infine, attoniti che non si capisca come una legge del genere aiuti soprattutto gli uomini in divisa a stare dalla parte giusta.
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Nelle foto: un'aula della scuola Diaz di Genova dopo il "massacro del G8" e la sorella di Stefano Cucchi con una foto del fratello
PS. Per chi voglia capire cosa è successo negli ultimi decenni intorno a questo tema suggerisco di leggere "Il partito della polizia" , un serio e documentato lavoro di Marco Preve pubblicato da Chiarelettere.