Arginare l’antipolitica?

Due parole, in queste ore, mi stanno provocando un inizio di orticaria, un sostantivo e un verbo. Antipolitica e arginare.

Tutte e due utilizzate per commentare il successo siciliano del movimento 5 stelle.

M5s non è antipolitico, ma è un movimento che fa politica. Anzi, è politica allo stato puro perché non dobbiamo dimenticare che la politica è “l’attività di chi prende parte alla vita pubblica”, come ci dice una delle definizioni che ne dà Tullio De Mauro nel suo Dizionario italiano dell’uso.

M5s non va arginato, ma va, se non se ne condividono idee, principi e  comportamenti, combattuto come si combatte un avversario politico. Cercando di capire cosa ha in più e meglio di noi, cosa gli porta consensi eccetera. E di conseguenza predisponendo un’azione politica capace di convincere gli elettori che noi siamo migliori, più seri, più affidabili.

Quindi mi sembra più corretto dire che l’M5s è un movimento politico che sta ben interpretando i desideri e le aspettative di una parte consistente dell’elettorato. E che è già vivacemente protagonista della vita politica del paese. Con tutto quello che ne consegue.

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