“Che c’importa dello spread” è la frase con cui Silvio Berlusconi apre di fatto la campagna elettorale.
E’ una di quelle frasi che non avrebbe bisogno di commenti tanto è elevato il suo contenuto populistico ed eversivo.
E’ una di quelle frasi che negli anni passati hanno fatto del male profondo al nostro paese.
Ma Silvio Berlusconi continua a ripeterle come se nulla fosse successo, come se si fosse ancora agli anni del contratto con gli italiani o delle promesse mai mantenute.
E’ ovvio che nessuno possa impedirgli di dire cose del genere, ci mancherebbe altro.
Adesso tocca però agli italiani impedirgli di dirle a loro nome.
E’ semplice. E’ sufficiente, a febbraio, non mettere la croce sul suo nome.
Se gli italiani non lo facessero il buio degli anni passati sarebbe nulla di fronte a quello che ci aspetterebbe.