RELAZIONE STORICA SULLE VICENDE
DEL XXVI° BATTAGLIONE CC.RR. MOBILITATO
DISLOCATO IN RUSSIA
NOMINATIVO DEL REPARTO:
I°) ‑ XXVI° Battaglione CC.RR. Mobilitato P.M. 156 Div.””Vicenza””;
2°) ‑ Centro di mobilitazione:Legione CC.Bologna;
3°) ‑ Data di costituzione: I° settembre 1942 In Bologna
Forza: Ufficiali 9 ‑ Sottufficiali e Carabinieri 305;
4°) ‑ Dislocazione
I°) ‑ Partito mobilitato per la Russia l’ 8‑10‑1942;
2°) ‑ Giunto a Kupiansk Il 18 ottobre 1942 per servizio di retrovia sino alla fine del novembre 1942;
3°) ‑ Inviato a Starobelsk fine novembre 1942 per servizio di linea su 180 Km. con distaccamenti lungo di essa, sino al 24‑12‑1942
4°) ‑ Inviato a Belowodsk Il 24‑12‑1942 alle dipendenze dirette del comando 8^ Armata assumendo il comando Difesa di tale città e rimanendovi sino alla sera del 17‑1‑1943;
5°) ‑ Dal 17‑1‑1943 inizio del ripiegamento del reparto sino alla fine del febbraio 1943 riunendosi a Gomel
6°) ‑ Il 28 marzo 1943, rimpatriato il Comando dell’8^ Armata, il Battaglione passò alle dipendenze del 2° Corpo d’Armata ‑ rimanendo a Gomel sino all’8‑5‑1943 data sotto la quale rimpatriò con il detto comando rientrando in Italia il 14‑5‑1943 e giungendo a Bologna, centro di Mobilitazione i Il 3‑6‑1943 dopo il prescritto periodo contumaciale. ‑
5°) ‑ Dislocazione alla data dell’8‑9‑1943: il reparto era già stato disciolto al rientro In Patria
6°) ‑ Data di scioglimento: 25 luglio 1943;
7°) ‑ Nomi dei comandanti e periodi relativi:
‑Comandante Maggiore CC, VIERI PAPA dal 1‑9‑1942 al luglio 943;
‑Aiutante Maggiore S.Ten. IOZZO Franco ” ”
‑Com/te I^ Compagnia Capitano VERNAGLIA Stefanino ” ”
S.Ten. MARULLO Sergio dal 1‑9‑942 al lug.943;
S.Ten. URSINI Giuseppe dal 1‑9‑942 al dicemb.942;
‑Com/te II^ Compagnia Cap. MASELLA Tommaso dal 1‑9‑1942 al lug. 1943;
S.Ten. BUFFA Giovanni dal 1‑9‑1942 al luglio 1943;
S.Ten. Med. SCENDRATE Riccardo dal 1‑9‑1942 al luglio 1943;
S.Ten. addetto C.S. aggregato al Btg. D’ALOIA Leonardo
dal 24‑12‑1942 al 17‑1‑1943;
S.Ten. SPEROTTI dal 24-12-1942 al 17-1-1943
Non si ricorda il nome di altri ufficiali comandanti di plotone. –
8°) – Fatti d’Arme importanti cui il reparto prese parte:
– Difesa di Belowodsk con i seguenti episodi:
I°) – Il 26 dicembre 1942 per ordine del Comandante la difesa di Belowodsk Maggiore dei Carabinieri Reali Enrico GRILLANDINI, disposi che venti uomini della 2^ Compagnia del 26° battaglione dei Carabinieri Reali, comandati dal S.Tenente di complemento Ursini Giuseppe, si recassero a Kurjatsckjewka per un’azione da svolgersi colà, in ausilio alle truppe tedesche. Alle ore 12,15 raggiunsero la posizione assegnata loro dal comando tedesco e precisamente a 300 metri circa dalle prime case di Kurjatsckjewka ove si trovavano due compagnie dell’Esercito regolare russo. La forza di cui disponeva l’ufficiale era di 20 carabinieri del I° plotone mitraglieri della 2^ compagnia e di 10 carabinieri della 244^ sezione Mista Carabinieri Reali; armamento oltre quello individuale due mitragliatrici “Breda”” 37 ed un fucile mitragliatore. Il terreno era pianeggiante, privo di riparo e ricoperto di neve. – La temperatura raggiungeva circa 20,0 gradi sotto zero. – Alle ore 15,15 dopo cinque minuti di preparazione con tiro di artiglieria compiuta dall’unico cannone tedesco postato alcune centinaia di metri dietro gli uomini, il S.Tenente URSINI, ordina senz’altro alla truppa da lui comandata di spiegarsi e di avanzare in direzione di Kurjatsckjewka. – Dopo questo primo sbalzo, giunto circa 200 metri dal nemico impartisce l’ordine di iniziare il fuoco. – Decisi a compiere fin all’ultimo il loro dovere, tutti gli uomini si lanciano nella lotta e dimostrano elevatissimo spirito combattivo. – Il nemico risponde con fuoco ben nutrito ed efficace di armi automatiche e di mortai. – Vengono ordinati un secondo e quindi un terzo balzo in avanti. I russi, che si erano trincerati entro le prime case del paese, distavano circa 100 metri ed avevano bene individuato il proprio obiettivo sul quale continuavano a concentrare il loro nutritissimo fuoco. Il Carabiniere Santucci Luigi che si era arditamente inoltrato in posizione più avanzata e più battuta dal nemico, viene colpito mortalmente alla testa chiudendo, appena diciottenne, la sua esistenza che aveva volontariamente ad interamente dedicato alla Patria. – Una pallottola di fucile colpisce alla coscia destra anche il S.Tenente Ursini. –
Senza indietreggiare, senza diminuire l’intensità della lotta, gli uomini tutti, calmi, sereni, decisi ad ogni ardimento, sparando incessantemente, attendono impazienti l’ordine di balzare ancora più avanti e di scagliarsi all’assalto della vicina posizione. Ma già comincia a imbrunire ed il tentativo di snidare il nemico dalle case sarebbe stato certamente vano ed il comando tedesco ordina pertanto di ripiegare sulla posizione di partenza.- L’ordine viene eseguito con perfetta regolarità e senza mai cessare il fuoco. La lotta impari contro l’avversario, preponderante per uomini e per armi è durata dalle ore 13,15 alle ore 15,30 e gravi perdite sono state Inflitte al nemico.-
2°) – Alle ore 4 del 29 dicembre 1942. Il sottotenente s.p.e. dei Carabinieri Reali D’ALOJA Leonardo, in seguito a mio ordine, partì da Belowodsk al comando di 50 militari dell’Arma. Tale reparto era formato da 35 uomini della 1^ compagnia del 26° Battaglione Carabinieri Reali e da elementi della 244^ Sezione Mista CC.RR. e della 4^ Squadriglia C.S. ed era armato con una mitragliatrice Breda 37 e due fucili mitragliatori.- Esso aveva compito di costituire una punta di sicurezza in località Danilowka (otto chilometri a sud di Belowodsk) ed inoltre quello di determinare mediante pattuglie esploranti, l’entità delle forze nemiche esistenti nel paese d: Gorodischtscke (18 chilometri a sud di Belowodsk) informando il comando difesa di Belowodsk a mezzo motociclista. –
Giunto a Danilowka ore 5,15 circa, sistemò subito tutti gli uomini nelle ultime case del paese (le prime del lato sud) quindi alle ore 7,15 si recò, a mezzo autocarro, con 30 uomini in direzione di Gorodischtsche per assolvere il compito esplorativo assegnatogli. Tale pattuglia esplorante era armata don due fucili mitragliatori. Giunto in vista del paese lasciò l’autocarro sulla strada ed allo scoperto disponendo che per la sua difesa, vi rimanessero 10 uomini con un fucile mitragliatore. Con gli altri 20 uomini si portò in avanti verso il paese al coperto di un bosco. Infine, in formazione aperta, entrò nell’abitato. Avvicinandosi al centro del paese stesso dispose che la pattuglia si spostasse sulla propria destra ed uscisse dall’abitato per non cadere in una non improbabile imboscata.
La pattuglia era così giunta a circa 200 metri dall’incrocio principale quando fu fatto segno a numerosi colpi di arma da fuoco. Avendo un compito esclusivamente esplorativo, immediatamente dispose che gli uomini si spostassero lateralmente a destra ed a sinistra,nell’intento di far rilevare altri eventuali centri di fuoco avversario; tuttavia i colpi continuarono a partire da una casa alta probabilmente il mulino) situato sulla sinistra dell’incrocio principale. – Accertato quanto sopra dispose allora il rientro della pattuglia facendo muovere gli uomini a piccoli sbalzi all’indietro protetti dal fucile mitragliatore che si trovava appunto in posizione tale da poter proteggere il ripiegamento della pattuglia. Con tutti gli uomini fece quindi ritorno a Danilowka. – Nel pomeriggio dello stesso giorno con la pattuglia rinforzata dalla squadra mitraglieri ripeté l’esplorazione spingendosi fino allo stesso punto in cui era giunto la mattina. Questa volta però nessun colpo di arma da fuoco venne sparato sulla pattuglia. –
Fermati 4 abitanti allo scopo di assumere informazioni ritornò con essi a Danilowka da dove li avviò a Belowodsk. Sistemò gli uomini in tre case dove passò la notte tra Il 29 e il 30. – Il mattino del giorno 30 alle ore 8,05 Il sottotenente D’ALOJA si accingeva a partire con la pattuglia esplorante per Goroditsche quando le sentinelle dettero l’allarme segnalando il sopraggiungere di due carri armati sovietici provenienti dal sud. Essendo i due carri a non più di 250 metri, dette immediatamente l’ordine agli uomini di ripararsi nelle tre case dove avevano alloggiato e di spostare l’autocarro di qualche metro più avanti per nasconderlo alla vista di coloro che giungessero dalla strada di Goroditsche. – L’ufficiale, intanto, essendosi celato dietro un pagliaio poté osservare il movimento dei carri sovietici che, fermatisi alla prima casa del paese, chiesero agli abitanti dove al trovassero i soldati e quanti essi fossero. – In questo momento dette ordine al motociclista Fornaciari Emilio di recarsi a Belowodsk per comunicare al comando difesa il sopraggiungere dei carri. – I sovietici, accortisi del movimento del motociclista,cercarono di impedirgli il passaggio ed a tale scopo uno dei carri si spostò velocemente in avanti sparando alcuni colpi di cannone e di mitragliatrice in direzione del Fornaciari senza però colpirlo. – Non essendo riusciti nel loro intento, si spostarono allora, disponendosi di fronte alle case ed iniziando subito un nutrito fuoco contro una di esse tanto da provocarne, mediante il lancio di una granata, l’incendio.- Alcuni colpi furono anche sparati contro l’automezzo che venne così messo fuori uso. –
I militari che si trovavano nella casa colpita, e che avevano energicamente reagito all’attacco, vistisi circondati dalle fiamme, tentarono una sortita, ma furono tosto quasi tutti colpiti dai sovietici, armati tutti di pistola e di mitragliatrici, che attorniavano la casa. – Cadeva così sotto il fuoco avversario il maresciallo maggiore ATTOLINI Carlo ed i carabinieri MARZO G. Battista, LOBERTI Edmo, CUZZUPE’ Vincenzo, STIGLIANI Nazzareno e TUTTAVILA Savino. Altri tre carabinieri riuscirono a rompere il cerchio nemico ed a portarsi al coperto, sempre fatti segno ad intenso fuoco. – Due di essi, e cioè i carabinieri PIOMBINO Cataldo ed AMBROSETTI Pietro furono feriti ed il terzo carabiniere CIACCHINI Settimio illeso.- Quest’ultimo con elevato senso di altruismo e con sereno sprezzo della propria incolumità nonostante il persistere del tiro nemico si indugiò per raccogliere i due compagni che, per le ferite riportate, mal si reggevano in piedi, riuscendo, con sovrumano sforzo, ad allontanarsi. -Nel frattempo, il fuoco nemico era cessato e gli equipaggi dei due carri armati catturati due militari dell’Arma, si allontanarono in fretta, anche perché, al loro giungere, avevano scorto un motociclista, sul quale avevano invano sparato, che si dirigeva verso Belowodsk e temevano quindi il sopraggiungere di rinforzi. –
Allontanatisi così i sovietici, il sottotenente D’ALOJA riunì Il reparto e,composte le salme del caduti tributò ad esse le estreme onoranze militari; quindi con gli uomini rimasti, ordinatamente, si spostò verso il posto tedesco, che, situato più indietro, nello stesso paese, era fornito di apparecchio telefonico, col quale intendeva mettersi in collegamento col comando Difesa, ma non avendovi più trovato i militari germanici, rimase colà in attesa di ordini.
Anche in questa circostanza i nostri militari si dimostrarono degni delle gloriose tradizioni dell’Arma ed a favore di alcuni vennero inoltrate proposte di ricompense comprese nel foglio trasmesso il 5 gennaio 1945.
3°) – Il giorno 12 gennaio alle ore 9 in seguito a mio ordine, il sottotenente BUFFA Giovanni della 2^ compagnia del 26° Battaglione CC.RR., si recò col suo plotone di 42 uomini a Gamashewka per partecipare alle operazioni di guerra che colà effettuavano due reparti tedeschi, situati uno a Kononowa e l’altro a Kurjachewka.
Una squadra del detto plotone comandata del Brigadiere BERATI, rimase con l’ufficiale a Gamasckewka per disimpegnare un servizio di blocco sulla rotabile Belowodsk-Kantemirowka ed un servizio di pattuglia nell’abitato, verso le linee nemiche. – Le altre due squadre sono dislocate a circa tre chilometri da Gamasckewka in direzione di Kurjaschewka, con il compito di osservare, a mezzo di vedette e di pattuglie i movimenti nemici. – Il giorno 13 alle ore 3 il brigadiere STOCCO effettua, per ordine del comando tedesco di Kurjaschewka, una pattuglia dentro le linee avversarie col preciso compito di bruciare un molino a vento presunto osservatorio nemico. –
Durante la marcia di avvicinamento, la pattuglia incontra una postazione di mitragliatrice nemica che distrugge a colpi di bombe a mano, lasciando sul terreno vari morti e alcuni feriti non potuti catturare a causa dell’immediata reazione manifestatasi improvvisamente da altri tre centri di fuoco, poco discosti, che lo hanno costretto a ripiegare, per non subire perdite inutili e portare nel contempo preziose informazioni al comando tedesco che aveva ordinata l’azione. –
Il maggiore germanico Horst, comandante del Gruppo granatieri Panzer che aveva seguito dal suo osservatorio la brillante operazione condotta dal sottufficiale, si è compiaciuto con quest’ultimo, per le rilevanti perdite inflitte al nemico e per le precise informazioni riportate sulla sua dislocazione e sulla sua forza. –
Il giorno successivo alle ore 13, il sottotenente BUFFA, recatosi con due militari, in una vicina azienda agricola per una ricognizione viene fatto segno a raffiche di parabellum provenienti da uno degli edifici dell’azienda stessa.- Con altri cinque militari da lui chiamati di rinforzo. raggiunge il centro di fuoco avversario che annienta con lancio di bombe a mano, uccidendo 4 regolari russi, mentre, altri 5, riescono a dileguarsi dal ridosso dell’edificio medesimo.-
Nelle immediate vicinanze cattura 4 civili sospetti.- Non avendo potuto avere subito da essi utili notizie, li trattiene per inviarli, appena possibile, al comando tedesco per migliori accertamenti, non disponendo in luogo di interprete.- Nel rientrare all’accantonamento viene ancora attaccato da una pattuglia nemica formata da circa 10 militari con la quale impegna combattimento riuscendo a respingerla dopo un quarto d’ora e dopo di averle inflitto alcune perdite.-
Alle ore 20 circa una trentina di soldati russi tentano di circondare l’accantonamento, ma la pronta e decisa reazione incontrata sventa il loro tentativo. – Alle ore 23,30 precise, la vedetta dà l’allarme. – Vengono uditi rumori di carriaggi e slitte che scendono dalla collina ad est di Gamaschewka, e si ha la netta sensazione dell’avvicinarsi di rilevanti forze nemiche. – Il sottotenente BUFFA ordina subito il fuoco con violente raffiche di fucile mitragliatore in quella direzione nell’intento di sventare l’attacco e di rilevare l’entità della forza avanzante, ma non raggiunge l’intento perché il nemico non risponde al fuoco. – Dopo un quarto d’ora circa i russi attaccano con violenza da tre lati. L’immediata reazione opposta, trattiene l’impulso nemico, ma non riesce ad evitare il tentativo di aggiramento. –
Vista vana la possibilità di contenere la pressione avversaria che si sviluppa sempre più dal lato destro e considerando insostenibile la permanenza sulla prima posizione, 1’ufficiale ripiega a sbalzi successivi per circa 500 metri schierando i suoi uomini in un canalone da dove poteva dominare il terreno antistante e contenere più efficacemente l’avanzata del nemico. –
Dalle armi automatiche impiegate da quest’ultimo, stima trattarsi di almeno due compagnie. – Il suo schieramento viene, dopo poco, battuto dal fuoco di mortai che lo costringono ancora a ripiegare per qualche altro centinaio di metri.- L’ufficiale dispone una nuova linea di difesa a cavallo della rotabí1e, ma purtroppo il fucile mitragliatore, che molto lo aveva aiutato fino allora si inceppa. – Debbono fare esclusivamente affidamento sui moschetti. – Le munizioni sono quasi esaurite ed impiega, allora,per i moschetti anche le poche cartucce, per fucile mitragliatore rimastegli. – Continua, intanto, a retrocedere, cercando mediante il lancio di bombe a mano di ritardare il più possibile l’avanzata nemica e riesce ad ottenere tale scopo per circa due ore. Giunse così, sempre combattendo, alle prime case di Kononowa, schiera i suoi uomini all’inizio del paese a presidio della rotabile e prende contatto col comandante tedesco della suaccennata località che ha elogiato il comportamento dei suoi uomini, riservandosi anche di riferirne, ai suoi superiori per eventuali ricompense. D’ordine di quest’ultimo, ripiega, quindi,con i suoi uomini fino sulla linea difensiva disposta in precedenza. –
Non è stato possibile precisare le perdite del nemico, però è stato accertato che sul terreno giacevano numerosi morti. –
La stessa sera del 14 alle ore 20 le due squadre rispettivamente comandata dal brigadiere STOCCO Giuseppe e vicebrigadiere PEPICIELLO Giuseppe sono state raggiunte dal carabiniere PASQUINI Quintilio inviato dal sottotenente BUFFA con altri due militari, in pattuglia di collegamento tra i due posti, ed il suaccennato militare narrava al brigadiere Stocco che all’inizio del paese di Bondarewka era stato fatto segno a colpi di arma da fuoco. – Il mattino del 15 alle ore 6, circa, una slitta, trainata, da due cavalli, si dirigeva verso l’accantonamento della 3^ Squadra comandata dal Vicebrigadiere PEPICIELLO Giuseppe. Quest’ultimo, che si trovava nei pressi dell’accantonamento unitamente ai carabinieri CANOVA e FUMAGALLI, accortosi,alla distanza di 100 metri, che era condotta da militari russi, senza alcun indugio, assumeva e faceva assumere dai dipendenti la posizione di sparo: due ufficiali che erano sulla slitta, accortisi di essere giunti sullo schieramento italiano aprivano con prontezza il fuoco unitamente ad altri quattro militari, armati tutti di parabellum. Il carabiniere CANOVA, che nel frattempo aveva proseguito la marcia strisciando lungo un muricciolo adiacente, giunto a circa 50 metri con preciso colpo del proprio moschetto uccideva uno dei russi, mentre il vicebrigadiere PEPICIELLO ne metteva fuori combattimento un altro, con altro colpo di moschetto. – Il conducente della slitta, anch’egli ferito, abbandonava sul luogo i cavalli con la slitta e scappava verso la propria linea, senza essere stato raggiunto dai successivi colpi sparatigli. – I due morti sono stati poi identificati per un capitano ed un tenente che avevano, probabilmente, il compito di esplorare e di saggiare la nostra linea di difesa. –
Di quanto accaduto il vicebrigadiere PEPICIELLO rendeva edotto il comandante la 2^ squadra brigadiere Stocco, mantenendo con lo stesso un maggiore contatto per sventare ogni eventuale successivo attacco nemico, raddoppiando la vigilanza ed informando, nel contempo, di tutto il comando tedesco. –
Alle ore 10 circa, i 30 uomini componenti le due squadre, unitamente a 10 militari tedeschi, eseguivano una pattuglia esplorante sulla linea nemica allo scopo di accertarne la forza, sostenendo aspro combattimento per la risoluta reazione incontrata. In conseguenza della quale furono costretti a ripiegare sulla linea di partenza. –
I 10 tedeschi rientrarono al loro accantonamento lasciando impegnate le due squadre che continuarono a sostenere l’urto nemico per tutta la notte ed anche nei giorni successivi 16 – 17 e 18, infliggendo al nemico nonl lievi perdite, senza cedere di un metro la propria posizione. –
Il 18 avendo le due squadre perduto ogni contatto con il proprio ufficiale, in seguito all’occupazione di Gamaschewka da parte russa, e non potendo il comando tedesco mantenere ancora la propria posizione, quest’ultimo ordina alle due squadre di ripiegare con lui verso Starobelsk. –
4°)- Il giorno 15 gennaio 1943 alle ore 8, In seguito ad ordine mio, il Capitano MASELLA Tommaso, è partito in autocarro da Belowodsk con 20 militari dei quali 15 della 1^ compagnia e 5 della 2^ del 26° Battaglione CC.RR.-
Aveva con sé un fucile mitragliatore e sei casse di munizioni e bombe a mano che doveva portare al sottotenente BUFFA, della 2^ compagnia del predetto battaglione, il quale ne aveva fatta richiesta la sera precedente, essendo stato attaccato a Gamaschewka da rilevanti forze avversarie. –
Alle ore 8,30 circa, a Kononowa, ha incontrato il sottotenente BUFFA il quale gli ha riferito che nella notte dal 14 al 15, nuovamente attaccato da due compagnie di fanteria russa, era stato costretto a ripiegare combattendo da detta località, mentre Gamaschewka era stata, in conseguenza, occupata dal nemico. – Il Capitano ha dovuto, quindi, fermarsi a Konowa, e, dopo aver posto gli uomini che erano con lui e quelli che avevano ripiegato col sottotenente BUFFA in una delle prime case del paese, si reca presso il comando tedesco, dove viene messo al corrente della situazione: il nemico aveva nella notte precedente occupato Gamaschewka, il bosco ad ovest di Kononowa, la collina che domina da nord-est detto paese e si era spinto anche in Kononowa per circa 500 metri annidandosi nelle case. – Il comando tedesco aveva stabilito una linea di resistenza tenuta in cooperazione con i militari del Sottotenente BUFFA, a metà circa del paese, un centinaio di metri dalle case occupate dai russi ed attendeva rinforzi di uomini e carri armati da Belowodsk per attaccare il nemico allo scopo di scacciarlo da Kononowa e di rioccupare anche Gamaschewka.-
Alle ore 9,30 circa cominciano ad arrivare da Belowodsk le prime aliquote di una compagnia di fanteria tedesca con 5 carri armati pesanti; giunge pure in luogo il tenente colonnello BRUNNS della 19^ Panzer Division, il quale assume il comando delle truppe. A lui il capitano MASELLA si presenta comunicandogli la forza di cui disponeva. Il Tenente colonnello BRUNNS gli dà, in lingua francese, il seguente ordine preciso; con 20 militari ed il fucile mitragliatore snidare casa per casa ed a colpi di bombe a mano il nemico da Kononowa, giunto all’ultima casa del paese, assicurarlo di avere adempiuto la missione schierando contemporaneamente gli uomini e contrastare eventuale tentativo di contrattacco russo, per dare al carri armati tedeschi la sicurezza di poter arrivare in fondo al paese senza correre Il rischio di essere attaccati alle spalle, il comando tedesco avrebbe accompagnato la nostra azione con fuoco di mortai, inizio dell’azione alle ore 10,30 precise. –
Qualche tempo prima di iniziare l’attacca il capitano MASELLA, si porta con gli uomini sulla linea di partenza, spiega loro il compito affidato e dispose, che, dei venti militari, tre debbono avanzare lungo le case poste sulla rotabile e proteggerlo sul fianco destro, tre debbono avanzare lungo le case prospicienti al bosco per proteggerlo sul fianco sinistro ed i rimanenti, ai suoi ordini diretti, debbono a colpi di bombe a mano, passare da una casa all’altra, ricacciando il nemico oltre il paese; tiene con sé il fucile mitragliatore. –
Alle ore 10,30 precise i tedeschi iniziano il fuoco dei mortai ed il capitano MASELLA, con i suoi uomini passa senz’altro all’attacco nella formazione predisposta. Dopo i primi due sbalzi, e precisamente alla terza fila di case incontra la prima seria resistenza, perché il nemico da una di dette case lo tiene sotto il fuoco di un’arma automatica, che spara da una finestra. Il Vicebrigadiere MARAVALLI della I^ compagnia viene ferito al braccio destro e quindi messo fuori combattimento. Il Carabiniere BRUNETTI della 2^ compagnia si offre volontariamente di mettere a tacere il centro di fuoco avversario; l’ufficiale lo autorizza; il militare strisciando lungo un canaletto. Si porta avanti ed a sinistra della casa, dietro un piccolo riparo lontano circa 10 metri dal nemico e lancia in direzione della finestra due bombe a mano, di cui una colpisce nel segno; il Capitano MASELLA approfitta dell’attimo di esitazione dell’avversario ed al grido di “SAVOIA” si lancia con gli uomini contro la casa: – altre due bombe a mano sono lanciate contro la finestra e provocano l’incendio della casa, due dei nemici riescono a fuggire, mentre nella casa rimangono 4 morti, un ferito grave, e la mitragliatrice messa fuori uso. Proseguono a sbalzi combattendo e snidando i russi casa per casa. La resistenza incontrata li ha costretti parecchie volte a rallentare lo slancio, – poiché il nemico disponeva di parecchie armi automatiche ed aveva il vantaggio di potersi sottrarre facilmente all’offesa, perché asserragliato nelle case. Ciononostante la violenza dell’attacco, il coraggio e l’aggressività del nostri carabinieri e l’appoggio di intenso fuoco di mortai tedeschi, ebbero ugualmente ragione sull’avversario, poiché, dopo circa due ore di serrato combattimento, tutti i russi erano ricacciati dalle case; alle ore 12,30 circa il capitano MASELLA giunge all’ultima abitazione del paese. – A questo punto la pattuglia che avanzava sul fianco sinistro lungo il bosco avverte l’ufficiale che il nemico tenta di aggirarli da quella parte, molti russi, infatti, fuggiti dalle case, si erano ritirati nel bosco e tentavano un contrattacco dalla sinistra, facendo fuoco sui nostri con armi automatiche: l’appuntato IMERATI della I^ compagnia viene colpito al petto, in modo non grave, da proiettile nemico [si tratta in realtà dell’appuntato Cosimo IMPERATO, come ci ha segnalato il nipote Antonio, ndr] . – Il Capitano MASELLA dispone che 10 uomini rimangano con lui a difesa della rotabile che immette nel paese, e manda altri 7 uomini, guidati dal Carabiniere BRUNETTI, a fronteggiare la minaccia dal bosco; contemporaneamente avverte il Ten. Colonnello Brunns di essere ormai in possesso del paese, perché facesse avanzare i carri armati e gli comunica che dalla parte del bosco i russi tentavano il contrattacco, al quale i suoi uomini, pur in numero molto esiguo al confronto, avrebbero certamente fatto fronte, ma per poco tempo, nel frattempo Il carabiniere BRUNETTI, al quale aveva dato anche il fucile mitragliatore, prende contatto con i russi e riesce a contenere l’avvicinarsi, con fuoco serrato dell’arma automatica, coraggiosamente e tenacemente adoperata dal Carabiniere GOZZI della 1^ compagnia e con lancio di bombe a mano. Sulla rotabile dopo circa mezz’ora, incominciarono ad arrivare i carri armati tedeschi, ai quali indica gli obbiettivi da battere; i carri aprono il fuoco sulle prime case di Gamaschewka seguiti dalla fanteria tedesca. Altra aliquota di fanteria tedesca entra decisamente nel bosco e dopo aspro combattimento, in cooperazione con i nostri carabinieri, ne scaccia definitivamente il nemico. –
Il compito affidato al manipolo di uomini del capitano MASELLA è assolto completamente e brillantemente: questi dispone gli uomini a cavallo della rotabile, per proteggere i fianchi delle truppe tedesche avanzanti su Gamaschewka, ed attende nuovi ordini dal Tenente Colonnello Brunns il quale giunto sul posto verso le ore 13,30 circa si compiace con tutti i militari per il successo ottenuto e per il coraggio dimostrato e chiede i nominativi di quelli che maggiormente si sono distinti, soggiungendo che era suo desiderio segnalare il comportamento al comando della divisione, per eventuali ricompense. Il Capitano MASELLA gli chiede quindi il permesso di cedere nuovamente il comando al sottotenente BUFFA, dovendo egli rientrare a Belowodsk. Avutone il consenso alle ore 14,30 circa, dopo aver ceduto il posto al sottotenente BUFFA e dopo averlo minutamente orientato sulla situazione, comunicandogli gli ordini del comando tedesco, rientra con l’automezzo a Belowodsk. Al termine del combattimento il nemico aveva lasciato sul terreno 36 morti accertati,12 prigionieri, dei quali sette gravemente feriti, e due armi automatiche che furono consegnate al comando tedesco. –
Per tali fatti riportati nella relazione compilata dal comandante del battaglione Maggiore PAPA VIERI e trasmessa al comando generale con foglio n.2/22-942 Ris. del 15-3-1943, il Sig. Comandante Generale con foglio n.117/55 R.P. del 31-3-1943 dell’ufficio situazione esprimeva Il suo personale vivo compiacimento per la valorosa condotta del Reparto. –
9°)-Perdite subite: Morti: 1 sottufficiale 8 carabinieri – feriti: 1 ufficiale 1 sottufficiale, 5 carabinieri – Congelati: 20 carabinieri: Prigionieri 2 Carabinieri;
10°) Ricompense proposte e quasi totalmente accolte:
– Medaglie d’argento al V.M. sul campo:
Ufficiali……………N. 3
Carabinieri………….N. 1
– Medaglie di Bronzo al V.M.:
Ufficiali……………N. 2
Sottufficiali………..N. 1
Carabinieri………….N. 10
– Croce di guerra al V.M. :
Ufficiali……………N. 1
Sottufficiali………..N. 3
Carabinieri………….N. 6
Bonjour
Sono professore di storia in Corsica. Non capisco perché voi dite che il bataglione è sciolto quando rientro in patria della Russia.
Il Battaglione imbarca a livorno e viene in Corsica : Livorno Bastia.
Viene rinforzare il XXIX BATTAGLIONE DI CCRR IN CORSICA commandante: Mario Quercia.
Il 12 luglio 1943 (se la mia memoria e bonna) sbarca in Bastia.
LOUIS LUCIANI.
Bonjour.
Si sa che sono devenuti i Prigionieri 2 Carabinieri ?
Dopo guerra, sono ritornati in Italia o No ?
Salve, il vostro documento è una delle poche testimonianze che riguardano mio zio Leonardo d’Aloja, del quale so poco o niente. Mio padre (suo fratello) è morto quando ero piccola, e della storia familiare so molto poco. Se nel caso aveste altro materiale su di lui avrei modo di accendere una piccola luce sul buio della storia della mia famiglia.
Vi ringrazio
Francesca d’Aloja
Buonasera mi chiamo Pintarelli Carlo , cerco notizie di mio padre Pintarelli Fabio arruolatosi nei carabinieri a 18 anni , percio nel 1933 essendo nato il 10 giugno 1915. Ha partecipato alla campagna di RUSSIA con il corpo dei Carabinieri , non conosco in che battaglione-compagnia -sezione -squadriglia , so solamente che ha fatto 18 mesi di RUSSIA compresa la ritirata . Da ragazzo stranamente non mi ha mai raccontato le vicende di questo dramma , forse per non far riaffiorare quei terribili momenti di morte. L’unica cosa che mi diceva era che mangiavano durante la ritirata tutto quello che aveva l’apparvenza di commestibile e queste parole che io riporto in pronuncia DASVIDANIA—- NICTARITA CUCUROSA E NIMANCO CECOLOVIC.non conosco lo scritto in russo ne il significato. Mi piacerebbe sapere se qualcuno ricorda questo militare o per sentito dire legate ad altri episodi e certo che sono oramai passati 104 dalla sua nascita. Rientrato in Patria e ripreso servizio nei Carabinieri fu inviato poi in SICILIA in quella che fu’ la Campagna al Bandito Giuliano … decorato con medaglia di bronzo. Ringrazio tutti coloro che possono portare conoscenza a questo servitore dell’Arma dei Carabinieri. GRAZIE.