E’ uscita, pubblicata da Piemme, del gruppo Mondadori, la riedizione del mio romanzo Ufficialmente dispersi. La prima edizione era stata di Marsilio., la seconda di Transeuropa. Il romanzo non racconta la storia di questo battaglione di carabinieri ma quella di un sottotenente che perde in Russia tutto il suo plotone. La prefazione è di Eraldo Affinati, lo scrittore che ha curato il “Meridiano” di Mario Rigoni Stern. Eccone alcuni passaggi.
“Ricordo il giorno in cui Mario Rigoni Stern, indimenticabile testimone e scrittore della ritirata di Russia, durante una piccola sosta del nostro cammino verso Porta Manazzo, nell’Altopiano di Asiago, mi disse: «Vuoi sapere quale è stata la mia vittoria più bella? Non pensare ai libri che ho pubblicato, ai premi che ho vinto». Guardandomi fisso negli occhi il vecchio sergente scandì lentamente: «La mia soddisfazione maggiore è stata quella di aver riportato a casa gli uomini che mi erano stati affidati…
“Leggendo Ufficialmente dispersi di Pier Vittorio Buffa, mi sono tornate in mente quasi a ogni pagina, alla maniera di un refrain, le parole di Mario e le invocazioni dell’alpino, in quanto il protagonista di questa storia, sottotenente al comando di un pugno di uomini nelle fasi cruciali del ripiegamento italiano durante la disastrosa campagna di Russia ordinata dal Duce, vede scomparire di fronte ai suoi occhi, nel corso di uno scontro a fuoco a distanza ravvicinata coi sovietici, quattordici soldati: al maggiore che gli chiede quale fine avessero fatto, non sa cosa rispondere. L’unica certezza è che non sono tornati a baita. Il resoconto militare non basta a frenare il tumulto interiore del protagonista. Egli si sente chiamato in causa da un’entità indecifrabile,
non esattamente riconducibile al grado che ricopre…
“Pier Vittorio Buffa, ispirandosi alla storia di suo padre ma trasfigurandola, ha ottenuto un risultato di grande intensità: stilistica innanzitutto, per la capacità di trattamento del materiale incandescente di cui disponeva. Si ammira il dosaggio delle fonti, distillate come gocce di sangue nella struttura in parte diaristica dell’elaborato. Lo scrittore sa conquistarsi una distanza oggettiva dai fatti che, se non filtrati, lo avrebbero trascinato nel gorgo. Ed è proprio tale progressiva decantazione dell’esperienza diretta a rappresentare al meglio l’esito letterario, senza raffreddare il contenuto tematico, che mantiene sempre un alto tasso emotivo.
Dopo la prima pubblicazione Ufficialmente dispersi conferma oggi di essere un’opera fondamentale fra quelle composte dalle cosiddette ‘seconde generazioni’”.