Confesso di essere rimasto perplesso, molto perplesso, quando ho letto che il sindaco di Cantù aveva deciso, in mezzo a dure polemiche, di ospitare in spazi comunali un festival del movimento di estrema destra Forza Nuova.
Del sindaco in questione, Claudio Bizzozero, non sapevo nulla e ho pensato a una sua voglia di protagonismo, a un suo voler andare controcorrente.
Poi il sindaco di Cantù è andato a salutarli, i militanti di Forza Nuova. O meglio, è andato, come precisa nell’intervista al Corriere della Sera rilasciata davanti a un ritratto di Sandro Pertini e che si può ascoltare qui sotto, “a portare un messaggio”.
Ha detto il sindaco ai forzanovisti:
“Per alcuni avervi concesso questo spazio equivale a un oltraggio ai valori repubblicani. Noi invece lo consideriamo in linea con qui valori che concedono a tutti libertà di parola, eguaglianza davanti alla legge, libertà di culto e diritto di asilo. L’eredità della guerra civile da cui è nata l’Italia democratica ci ha insegnato che non è possibile risolvere i conflitti attraverso l’intolleranza o la contrapposizione violenta”.
Si, accostare il termine “guerra civile” a quello di “contrapposizione violenta” mi provoca crampi allo stomaco, perché in quegli anni ci fu violenza e sopraffazione nazifascista a cui si oppose, in tutte le sue diverse articolazioni, il movimento di liberazione.
Ma la sostanza del ragionamento di Bizzozero mi ha fatto riflettere su quella mia perplessità nata in modo un po’ automatico. E mi sono detto che forse il suo gesto e le sue parole dovrebbero essere la norma in un paese civile e proiettato verso il futuro.
Ascoltatele, per favore.