L’intervento, chiaro e forte, del presidente della Repubblica per sollecitare i partiti a varare una nuova legge elettorale è uno di quegli eventi attesi che dovrebbe dare una certa serenità.
Forse questa volta si riesce davvero a mandare a casa il porcellum, ad avere una buona legge che dia stabilità di governo e possibilità di scelta reale dei parlamentari.
Così viene da pensare e sperare.
Ma c’è un rischio. Molto alto.
Il rischio pareggio.
L’appello di Napolitano è di quelli così secchi che difficilmente i partiti potranno ignorarlo portandoci a votare con il porcellum.
Ma se finora si sono persi in trattative inconcludenti è perché tutti, chi più chi meno, hanno in testa solo il proprio destino. E quindi vorrebbero una legge che li faccia vincere, o che almeno non faccia vincere troppo l’avversario, che lasci ai margini Grillo, che dia alla Lega ma senza esagerare, che faccia scegliere ai cittadini, ma fino a un certo punto.
Ecco, questo è il rischio pareggio. Il rischio cioè che Pd, Pdl e Udc, i tre partiti che hanno in mano le carte principali di questa partita ci regalino una legge peggiore, se possibile, del porcellum.
Una legge cioè incapace di fare uscire dalle urne una maggioranza stabile con numeri sufficienti a governare per il tempo di una legislatura.
E’ un rischio altissimo. Gli elettori continuerebbero a non contare niente e i partiti si ritroverebbero tra le mani un inutile potere di trattativa per formare fragili coalizioni. Prospettive che mettono paura.
Per questo diciamo chiaro e forte #nopareggio.