Il 28 febbraio sarà in libreria La Casa dell’uva fragola il mio nuovo romanzo pubblicato da Piemme. Per ora lascio che a descriverlo siano la copertina e il testo del suo risvolto.
Tra Varese e il lago Maggiore, a Castello Cabiaglio, che una volta si chiamava soltanto Cabiaglio, c’è un grande portone verde, il portone della Casa dell’uva fragola. Ernesta, Francesca ed Ezechiella sono le donne che hanno vissuto nelle sue stanze e nel suo giardino. Quadri, mobili, fiori, alberi raccontano le loro storie. Quella di Francesca innamorata di un uomo che è stato al fianco di Garibaldi. Quella di Ezechiella che sposa Giovanni per amore, anche se forse non lo ha mai confessato nemmeno a se stessa, mette al mondo sette figli e guarda Ernesto, il suo primogenito, partire volontario per la Grande Guerra. E, prima di tutte, Ernesta, forte e volitiva, che nella casa ha lasciato un’impronta che durerà nei secoli. La Casa dell’uva fragola, dove tutto sembra iniziare e tutto finire, ha molto da narrare e molte nuove vite da veder sbocciare. Per salvare quella dimora e i tanti ricordi che contiene, si sarà disposti a tutto. Pier Vittorio Buffa racconta la storia di una famiglia tra le guerre d’Indipendenza e la Seconda guerra mondiale, con intensità e precisione. Da un lato la vita al fronte, vista con lo sguardo disincantato di chi di guerra ha già scritto e studiato tanto, dall’altro la lunga attesa di chi resta a casa, scruta la porta aspettando notizie, trema per l’arrivo del postino. Di chi ha, comunque, un disperato bisogno di amore. Poi le feste e la mondanità, le nascite e i matrimoni che si alternano a scelte decisive e coraggiose, a momenti drammatici che segneranno per sempre la famiglia. Mentre la pianta dell’uva fragola è sempre lì, con la sua vitalità, i suoi colori, i suoi profumi.
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La casa dell’uva fragola attrae già per il titolo, che richiama alla mente sapori e profumi antichi, l’immagine romantica di un pergolato di cui subito ci si innamora. Una pianta che non è inanimata, ma che, sempre presente nei racconti, rafforza la narrazione, la colora. Le vicende della famiglia sono raccontate con estrema delicatezza, con un garbo tale che non può non farci notare il filo rosso che accomuna Pier Vittorio Buffa, evidente discendente dei personaggi narrati, ai suoi cari, che, pur nelle tragiche vicissitudini del periodo storico in cui sono vissuti, affrontano la vita con grande dignità, con compostezza. L’autore disegna i fatti e i personaggi con la stessa grazia, a pastello, usando colori decisi con sfumature leggere. Il messaggio forte di famiglia, di lealtà, di forza, di energia, di resilienza portato avanti dalle donne di casa, emerge con decisione in ogni riga, ed io, in quanto donna e lettrice attenta, consiglio vivamente la lettura dolce di questo romanzo.